1982 - Cronistoria del viaggio a Bosel

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Riprendendo la via del ritorno il tempo sta peggiorando. Il rientro a Colloredo di Prato è previsto per domani mattina mal a maggior parte di noi spera di poter fare un ingresso trionfale alla sera, quando in ogni via c'è il silenzio e quindi il nostro arrivo può avvenire sentino maggiormente. . Già calano le ombre della sera e portano un'ondata di stanchezza. I mazzetti delle carte da gioco vengono abbandonate sui tavolini, i giornali vengono riposti nelle borse: tutti preferiscono starsene semisdraiati sui sedili a chiacchierare e a ricordare. Ci stiamo avvicinando ai confini della Germania, perché non ci fermiamo a Norimberga? Anche se è ormai bui pesto e se sta cadendo una fitta pioggerella la proposta viene accettata con entusiasmo( si tenta il tutto per tutto pur di ritardare l'arrivo a Colloredo). Ben incappucciati e riparati da qualche provvidenziale ombrello ci incamminiamo verso il centro della città. Bastano pochi minuti per renderci conto che l'ora in cui ci siamo fermato non è tra le più adatte per visitare Norimberga, dato che tutti i negozi sono chiusi e si possono vedere solo le vetrine illuminate! Ma chi si accontenta gode. E noi ci godiamo una gustosa cenetta in un locale made in Italy e una notturna passeggiata tra le deserte e bagnate vie di Norimberga. E' una città veramente bella e vale proprio la pena di scattare qualche foto flash di fronte alle imponenti chiese, alle lavoratissime e spettacolari fontane e alle spaziose piazze. Bisogna far ritorno all'autocorriera. Destinazione: Friuli.

E' quasi mezzanotte e tra la passeggiata e la stanchezza già accumulata durante il giorno di permanenza a Bosel tutti tentiamo di schiacciare un sonnellino. Sistemati alla meglio ci prepariamo ad affrontare una lunga notte. Dopo qualche ora di calma e di silenzio si incomincia a sentire la voce dei primi che si sono svegliati e di coloro che non hanno mai chiuso occhio. Il pullman si ferma a Tarvisio alla mattina presto. Tarvisio dorme ancora, solo alcuni bar sono aperti. Appena scesi dal pullman un bar viene da noi invaso, il barista ha il suo lavoro per servire caffè, cappuccini e grappini; in un batter d'occhio anche, l'invitante e profumato vassoio di craffen viene fatto sparire. Partito il nostro pullman il barista può chiudere il locale tanto la giornata se l'è già guadagnata. Con una certa esitazione proponiamo di fermarci al lago di Cavazzo ma la proposta viene rifiutata: puntiamo diritti per Colloredo. Le campane non hanno ancora suonato le ore dieci che già il pullman è entrato, a colpi di clacson in paese ed ha parcheggiato di fronte alla sede della Filarmonica. Da ogni via accorre della gente gridando:"a sòn rivàs!" chi in bicicletta chi in macchina, chi correndo, chi procedendo lentamente ma poi, travolto dalla folla, aumentando rapidamente il passo, chi con le borse della spesa, chi con il grembiule e le ciabatte: tutti ad accogliere la Filarmonica di Colloredo di Prato al suo ritorno in patria; Ed ecco, le porte del pullman si aprono e scende il maestro con la coppa e il grosso bottiglione di champagne seguito da tutti gli altri. Le mamme dei più giovani musicisti accorrono subito ad abbracciarli e ad accertarsi che tutto sia andato bene. E' decisione comune di rallegrare il nostro rientro con una marcia, tutti ci affrettiamo a preparare lo strumento e nel giro di pochi secondi il maestro dà inizio al nostro cavallo di battaglia: Baby Face.

Mentre le note si spargono per le vie del paese portando vivacità e felicità, alcuni componenti stappano il bottiglione di champagne e brindano bevendo nella coppa. Poi viene fatta passare di mano in mano: tutti ci sentiamo dei Rossi, Cabrini, Antonioni, Causio in fondo in fondo anche noi abbiamo vinto un "mundial" anche se in versione bandistica. La folla riunita attorno al pullman applaude e sorride felice per il buon esito della nostra tournèe. Pian piano, ognuno di noi soddisfatto per i bellissimi cinque giorni trascorsi assieme e un pò triste perché questa indimenticabile esperienza sia già terminata, prende da una parte la valigia, dall' altra lo strumento e si avvia verso casa.... "Vìnars pròvis! " Riprende la vita di ogni giorno.

Fasan Flavia

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